Generalità
Una porta porta tagliafuoco, in inglese fire door, è una porta che, considerata la sua elevata resistenza al fuoco, ha la possibilità di isolare le fiamme in caso di incendio. Viene dunque usata come parte di un sistema di protezione passiva, per ridurre la diffusione di fiamme o di fumo tra compartimenti e per assicurare un’uscita sicura da un edificio/struttura.
Componenti
Le porte tagliafuoco possono essere costituite da una combinazione di materiali come:
- legno
- acciaio
- gesso (come un riempimento endotermico)
- strati di vermiculite
- sezioni di vetro
Sia l’anta della porta che l’intelaiatura debbono rispettare i requisiti forniti dall’agenzia certificante i prodotti. L’intelaiatura include i sigilli per il fuoco o fumo, la porta e la struttura che tiene la porta tagliafuoco assemblata sul posto. L’insieme di questi componenti formano un assemblaggio che ha un numero di rating, quantificato in ore di resistenza attraverso un test di incendio. Tutti i componenti dell’assemblaggio di una porta tagliafuoco devono recare un’etichetta di certificazione per assicurare che i componenti siano stati testati a rispecchiare i requisiti di una valutazione antincendio.
La struttura della porta può già includere alcuni di questi componenti:
- dispositivi di chiusura automatica
- cuscinetti a sfere per le cerniere
- meccanismi di blocco di sicurezza
Sigilli
I bordi di una porta tagliafuoco spesso necessitano di sigilli testati per incendi che possono essere composti da:
- una striscia di intumescenza che si espande quando esposta a calore
- strisce in neoprene weatherproof
- guarnizioni per impedire il passaggio di fumo
Quando vengono adoperati sigilli intumescenti nel design delle porte, l’uso del corretto sigillo è cruciale nelle performance antincendio. I sigilli possono variare nella composizione chimica, il tasso di espansione sotto calore e/o le caratteristiche insite in essi.
Finestre
Alcune porte tagliafuoco sono equipaggiate con finestre interne che hanno una valutazione di resistenza o sono state incorporate nel momento del test, e quindi soggette alla certificazione del prodotto globale. Le finestre antincendio devono rimanere intatte in condizioni di incendio e resistere all’impatto di getti fluidi. Possono includere: – reti metalliche fuse nel vetro – silicato di sodio liquido tra i due pannelli di vetro – vetro ceramico – vetro borosilicato. Il vetro armato resiste tipicamente al fuoco, mentre il silicato di sodio liquido permette di isolare il trasferimento di calore attraverso l’azione endotermica di questa sostanza chimica.
Grado di combustione
Le porte tagliafuoco non sono necessariamente immuni dalla combustione. È accettabile che porzioni della porta possano essere distrutte dalla combustione durante l’esposizione al fuoco fin tanto che la struttura rispetta i criteri di test a incendio attinenti ai limiti di temperatura. Questo in accordo con l’obbiettivo di una porta tagliafuoco di rallentare la propagazione del fuoco da un comparto ad un altro per un limitato periodo di tempo, durante il quale gli occupanti devono uscire dall’edificio e/o meccanismi antincendio automatici o manuali devono essere attivi per limitare la diffusione delle fiamme.
Inadeguatezza delle porte
Le porte tagliafuoco alcune volte sono rese inadeguate a provvedere al loro scopo da ignoranza nel loro uso nei requisiti/restrizioni richieste, o da uso inappropriato. Per esempio le porte sono talvolta lasciate bloccate aperte, o tappeti sono posizionati tra di loro, in tal modo si permette al fuoco di viaggiare attraverso la barriera antincendio rappresentata dalla porta. I marchi di certificazione della porta sono mostrati da ambedue i lati della porta e sulla struttura, e non devono essere rimossi o coperti. Molto spesso le porte sono rese inefficaci a causa di pitture le quali, essendo infiammabili, privano la porta della sua capacità di bloccare il fuoco.
A volte le porte tagliafuoco hanno apparentemente delle fessure troppo larghe ai loro piedi, 3 o anche 5 centimetri, permettendo il passaggio di aria, come potrebbe essere voluto in locali dormitorio. Questo dovrebbe portare a chiedersi l’effettiva funzionalità di installare una tagliafuoco. Il test di porte tagliafuoco include una massima altezza di fessura di circa 2 centimetri.
Uso normale
Molte porte tagliafuoco sono progettate per essere tenute chiuse tutto il tempo. Alcune sono progettate per essere aperte durante le normali circostanze, e chiuse automaticamente durante un incendio. Qualunque metodo sia in uso, il movimento della porta non dovrebbe mai essere bloccato da un chiudiporta o altro ostacolo. Il sigillo a intumescenza e antifumo deve essere verificato di routine e allo stesso modo la chiusura e il bloccaggio della porta.
Alcune porte tagliafuoco sono tenute aperte con un elettromagnete, che può essere collegato ad un sistema di allarme antincendio. Se il sistema elettrico cade o se si attiva l’allarme antincendio, il blocco magnetico della porta viene disattivato e la porta si chiude automaticamente. Allo stesso modo blocchi alla porta a batteria o wireless possono essere usati legalmente e in sicurezza per lasciare la porta aperta.
Le porte tagliafuoco certificate sono testate per fronteggiare un fuoco per un periodo specifico di tempo. Esistono porte tagliafuoco certificate per 30, 60, 90, 120 e 180 minuti. La certificazione si applica solo se tutte le parti dell’installazione sono correttamente installate nelle specifiche. Per esempio, il montaggio di un tipo sbagliato di vetri possono ridurre fortemente il tempo di resistenza al fuoco della porta.
Installazione
Oltre a garantire che la porta sia installata correttamente, è anche molto importante, dove una porta tagliafuoco è posizionata, che tutti i vuoti lasciati in apertura tra il muro e il telaio della porta siano correttamente riempiti con materiale di resistenza al fuoco.
Ispezioni periodiche
Esistono piani di ispezione della resistenza antifuoco e dell’assemblaggio dell’intelaiatura. Le autorità locali che hanno giurisdizione adottano requisiti di volta in volta diversi che devono avere effetto. Controlli annuali delle porta tagliafuoco sono di responsabilità del proprietario dell’edificio. Tuttavia, come con altre ispezioni obbligatorie al fuoco, le ispezioni delle porte sono spesso omesse e molti servizi non sono conformi. L’ultima parola sull’accettazione dell’effettiva della validità dei controlli spetta all’autorità o chi per essa ne certifica l’ispezione.
Norme e leggi di riferimento
UNI 9723:1990/A1 – Resistenza al fuoco di porte ed altri elementi di chiusura
La norma UNI 9723:1990 A1 contiene tutte quelle indicazioni di carattere tecnico alle quali i laboratori autorizzati dal Ministero degli Interni devono attenersi per testare i prodotti e quindi rilasciare successivamente i certificati di prova; contiene inoltre altre informazioni di carattere tecnico sulla base delle quali in fase in rilascio del certificato di omologazione, il Ministero degli Interni, concede delle estensioni ai risultati precedentemente ottenuti in fase di prova.
DECRETO 14 DICEMBRE 1993 – Norme tecniche e procedurali per la classificazione di resistenza al fuoco ed omologazione di porte ed altri elementi di chiusura
Il D.L. esprime ed identifica in modo chiaro quali debbano essere le norme tecniche e procedurali per la classificazione di resistenza al fuoco ed omologazione di porte ed altri elementi di chiusura. Nel decreto viene citata la norma UNI 9723 quale unica norma di riferimento.
Inoltre vengono anche espressi gli obblighi dei produttori di porte nei confronti degli utilizzatori, ovvero:
- garantire la conformità del prodotto;
- emettere la Dichiarazione di conformità con la quale il produttore attesta la conformità del prodotto al prototipo omologato e riporta i dati del marchio di conformità;
- applicare su ogni porta il marchio di conformità con l’indicazione permanente ed indelebile dei parametri stabiliti dalla norma UNI 9723 ed inoltre gli estremi identificativi dell’atto di omologazione.
DECRETO 27 GENNAIO 1999 – Resistenza al fuoco di porte ed altri elementi di chiusura, prove e criteri di classificazione
Il presente decreto assume la propria importanza dal fatto che specifica in modo chiaro secondo quali criteri si effettua la “Classificazione” di resistenza al fuoco di porte ed altri elementi, ovvero secondo i criteri tecnici contenuti nella norma UNI.CNVVF 9723 e nel primo foglio di aggiornamento UNI-CNVVF 9723:1990/A1.
Altresì importante è il chiarimento in merito ai limiti dimensionali di porte di qualsiasi natura e portoni scorrevoli oggetto del procedimento dell’omologazione. Sono inoltre riportate, nel presente decreto, le tolleranze delle
misure ammissibili in sede di verifica e controllo.
DECRETO 21 GIUGNO 2004 – Norme tecniche e procedurali per la classificazione di resistenza al fuoco ed omologazione di porte ed altri elementi di chiusura
Il decreto 21 giugno 2004 (G.U. n. 155 del 5-7-2004 ) regola attualmente le norme tecniche e procedurali per la classificazione di resistenza al fuoco ed omologazione delle porte.
- Art. 1 – Classificazione
- Salvo diversa indicazione dei decreti di prevenzione incendi la classe di resistenza al fuoco richiesta per porte ed altri elementi di chiusura con la terminologia RE e REI è da intendersi, con la nuova classificazione, equivalente a E ed EI2 rispettivamente. Laddove nei decreti di prevenzione incendi di successiva emanazione sia prescritto l’impiego di porte ed altri elementi di chiusura classificati E ed EI2 potranno essere utilizzati porte omologate con la classificazione RE e REI nel rispetto di tutte le condizioni previste dal presente decreto.
- Art. 3
-
- Le porte ed altri elementi di chiusura resistenti al fuoco da impiegarsi nelle attività soggette all’applicazione delle norme e criteri di prevenzione incendi devono essere omologate.
- La documentazione da disporre per la immissione in commercio di porte resistenti al fuoco è composta da:
- copia dell’atto di omologazione della porta;
- dichiarazione di conformità alla porta omologata;
- libretto di installazione, uso e manutenzione.
- L’installatore è tenuto a redigere a propria firma la dichiarazione di corretta posa in opera ai sensi del decreto 4
maggio 1998 allegato II comma 2.1. - L’utilizzatore è tenuto a mantenere in efficienza ogni porta resistente al fuoco, mediante controlli periodici da
parte di personale qualificato e secondo le indicazioni d’uso e manutenzione di cui all’Art. 2, lettera j, presenti nel
libretto di uso e manutenzione.
- Art. 10
-
- Ai fini del rilascio dell’atto di omologazione… le prove di resistenza al fuoco si eseguono secondo la norma UNI EN1634-1… È inoltre consentito eseguire le prove anche secondo la UNI-CNVVF 9723/FA1 fino all’entrata in vigore dell’obbligo della marcatura;
- È consentito il rilascio di atti di omologazione per porte certificate con la norma UNI-CNVVF 9723/FA1 nel rispetto delle procedure previste dal decreto 14 dicembre 1993 e anche nel rispetto agli articoli 5 e 6 del DM 21 giugno
2004.
DECRETO 16 FEBBRAIO 2007
- Art. 3 comma 4
- Per le porte e gli altri elementi di chiusura, per le quali non è ancora applicata la procedura ai fini della marcatura, in assenza delle specificazioni tecniche e successivamente durante il periodo di coesistenza, l’impiego in
elementi costruttivi e opere in cui è prescritta la loro classe di resistenza al fuoco, è subordinato al rilascio dell’omologazione ai sensi degli articoli 5 e 6 del decreto del ministero dell’interno 21 giugno 2004 e consentito nel
rispetto dell’art. 3 del medesimo decreto. Al termine del periodo di coesistenza, definito con comunicazione della Commissione dell’Unione Europea, detta omologazione rimane valida, solo per i prodotti già immessi sul mercato entro tale termine, ai fini dell’impiego entro la data di scadenza dell’omologazione stessa.
Resistenza al fuoco
I principali parametri per la valutazione della resistenza al fuoco sono:
- la resistenza R: attitudine a conservare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco;
- l’ermeticità E: attitudine a non lasciar passare né produrre fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto;
- l’isolamento termico I: attitudine a ridurre la trasmissione del calore.
In accordo con la norma attuale EN 13501, esistono anche altri parametri come il livello di radiazione (simbolo W), la resistenza all’impatto (M), l’auto-chiusura dell’elemento costruttivo in caso di incendio (C) ed altre. Mentre alcune di esse, alla stregua di R, E, ed I, sono fondamentalmente delle misure di tempo per i quali il criterio viene mantenuto (fra queste ricade W), altre sono valutate in vario modo e non necessariamente indicando il tempo di resistenza.
La sigla REI deriva dalle parole francesi:
- Resistance
- R = resistenza
- Entretenir / Etanchéité
- E = ermeticità
- Isolement
- I = isolamento
Specificamente le grandezze si combinano nel seguente modo:
- con il simbolo REI (seguito da un numero n) si identifica un elemento costruttivo che conserva per un tempo determinato n la resistenza meccanica, la tenuta alle fiamme e ai gas caldi, l’isolamento termico;
- con il simbolo RE (seguito da un numero n) si identifica un elemento costruttivo conserva per un tempo determinato n la resistenza meccanica e la tenuta alle fiamme e ai gas caldi;
- con il simbolo R (seguito da un numero n) si identifica un elemento costruttivo conserva per un tempo determinato n la resistenza meccanica.
Il numero n indica la classe di resistenza al fuoco.
Le classi di resistenza al fuoco sono: 10, 15, 20, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240 e 360, ed esprimono il tempo, in minuti primi, durante il quale la resistenza al fuoco deve essere garantita; l’arrotondamento del tempo cui avviene il fallimento dei criteri citati sopra (R, E, I e, quando valutata e sempre in alternativa ad I, W) si fa per difetto.
Ad esempio, una parete di pannelli isolanti che mostri, durante un test di resistenza al fuoco, il fallimento del criterio isolamento al minuto 37, avrà I = 30. La combinazione dei fallimenti dei criteri citati sopra viene altresì arrotondata per difetto; nell’esempio citato prima, una parete che mostri E 65, I 37 e W 62 avrà classificazione E 60, EI 30, EW 60 (W non si valuta in contemporanea ad I ma sempre in alternativa).
Per la classificazione degli elementi non portanti il criterio R è automaticamente soddisfatto qualora siano soddisfatti i criteri E e I.
Per gli elementi portanti, la verifica di resistenza al fuoco viene eseguita controllando che la resistenza meccanica venga mantenuta per il tempo corrispondente alla classe di resistenza al fuoco della struttura con riferimento alla curva nominale d’incendio.
I certificati ottenuti secondo le vecchie normative sono validi 5 anni se ottenuti dopo il 1995 e mantengono la loro valenza solo in Italia; attualmente, come da decreto ministeriale 16 febbraio 2007 i nuovi prodotti ed elementi da costruzione devono essere certificati secondo le regole che fanno capo alla norma EN 13501 e, più specificamente, alla EN 13501-1 per la reazione al fuoco e 13501-2 per la resistenza al fuoco.